Non c’è bisogno d’esser nazisti per diventare assassini: in nome della democrazia, del cristianesimo, della libertà, si massacra bene quanto in nome del "grande Reich". E se il processo di Norimberga fu un processo legale dovremmo rifarlo: al banco degli accusati mettendo stavolta quei bravi ragazzi, quei bravi genreali che davan l’ordine di non lasciar viva neanche una gallina (si riferisce agli ordini militari nei villaggi Vietcong, n.d.r.).

 

E tuttavia, tuttavia, il discorso da fare non è sugli americani, è sugli uomini. Sulla guerra e sugli uomini. Sui vari tenenti Calley e sulle loro medaglie di bronzo, sulla loro coscienza intatta.

 

Sui vari Varnado Simpson, Charles West, Michael Terry, ora bianchi ora neri ora gialli ora pentiti ora non pentiti ma sempre descritti come persone perbene, normalissime, miti, figli rispettosi, padri affettusoi, questi mostri che nons anno d’esser mostri, e al collo portano le crocettine, le medagliette con la Madonna, in tasca portano le fotografie dei parenti, e se ci parli a quattr’occhi ti rubano il cuore, ti dimostrano d’avere sani ideali, e poi una bella mattina di marzo, una mattina di sole, salgono su un elicottero coi loro sani ideali, le loro magliette, le loro crocettine, la loro presunzione di civiltà, e fanno ciò che hanno fatto perchè "tali eran gli ordini".

É il discorso che fo in questo libro. Questo libro che spiega My Lai. Perché quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la diginità dell’uomo

(Oriana Fallaci, introduzione al libro Niente e così sia)

 

 

 

Non c’è molto altro da aggiungere. C’è solo tanta malinconia per un certo tipo di giornalismo oggi sempre più raro. Un giornalismo, quello della Fallaci "vecchia maniera" (che era anche la più brillante, a nostro avviso) capace di scheggiare le pagine della Storia, di incidere i luoghi comuni, le credenze, insinuandovi il brivido del sospetto. Sospetto che le nostre certezze siano sbagliate, e che la Storia sia riposta nelle mani di un falsario abilissimo.

 

 

Se il sonno della ragione genera mostri, come diceva Goya, il sonno dei mostri non sveglia – a volte – la ragione…