Socrate: Io so di non sapere

Non sopporto più la gente che sa. Che sa tutto. Di ogni cosa. Dalla cosmetica alla politica, dall’arte all’entomologia, dal feng shui al Kazakistan.
Basta. Basta, per carità.
Oggi si parla di tutto, con tutti. Ovunque. Certo le nuove tecnologie non ci aiutano, con le chat gli sms gli ogm.
Tante parole, fatte di cosa in realtà? Per conoscere bene qualcosa, qualunque cosa, ci vuole tempo. Ci vuole l’esperienza che si fa sulla pelle, la rende consapevole, insieme alla testa, di qualcosa.
Parlare può essere un’esperienza vuota come uno stomaco dopo il pasto saltato.
ma noi insistiamo. A dire, ovunque.
Ma tutto questo “sapere” fa male. Perché non è sapere. Non è conoscere. E’ intuire vagamente qualcosa, sommersi da informazioni che incrostano i nostri cervelli.
E’ così bello, a volte, non sapere. Solo tacere. E ascoltare. E, magari, sentire davvero qualcosa.