Non mi occupo di polica ma di comunicazione. E devo dire che, malgrado tutte le sacrosante critiche al logo varato dal Pdl e presentato dalla Brambilla, non riesco a non pensare che in fondo si tratta di un logo…"onesto".

Onesto, sì. Perché rispecchia perfettamente quell’Italia oleosa e patinata che smerciamo all’estero. Quella delle cartoline, degli "spaghetti pizza e mamma mia", delle tovaglie a quadrettoni e dei mandolini strimpellati per gli stranieri.

L’Italia "estera" delle "fettucine Alfredo" ("who’s this Alfredo?" domandavo a tutti disperata, quando vivevo in America) e del "ragù with meatballs" (laddove le meatballs sono polpettone da mezzo kilo), della pasta scotta e delle salse di ketch up rovesciate sopra con disinvoltura.

L’Italia della gestualità estrema, ridicola, quela dei provoloni che acchiappano le straniere per strada…

Insomma, l’immagine posticcia che tanto piace ai paesi stranieri. Quell’immagine turistica e massificata, come quella delle statuine che affollano i negozi di Via della Conciliazione, come quella dei Centurioni davanti al Colosseo (prego – cheese – sorridere please)…

In fondo, a Berlusconi, uomo tipico della macchia mediterranea, vero "caratterista" della commediola italiana più spicciola, non dispiace questo logo così banale e scontato, come le sue comunicazioni.