Mentre Giulia beve la sua Coca Coca a casa della nonnina e gioca a carte con la sua famiglia, in giro per il mondo c’è gente che cena per aria, da Dubai a Tel Aviv.

Si tratta dell’ultima trovata "celeste" trovata in fatto di mode. E’ così trendy, ora, partecipare a una di queste lussuose cene che stanno riscuotendo un successone, alla faccia della crisi.

Personalmente, non vedo che piacere ci possa essere nell’essere issata insieme a una marmaglia elegante-vestita su una piattaforma, legata a una sedia (già, perché chi casca diventa una polpetta…non commestibile), a tavola con forchette e coltelli ben ancorati al tavolone, e tirata su a 50 metri di altezza.

Eppure, "fa fico".

Questa nuova, bizzarra trovata sta spopolando. Basta visitare il sito ufficiale spulciando menù, chef volanti, aereo-video e fotografie.

Bah. Boh. E ancora bah.

Semplicemente, trovo cretino spendere 15.00 euro – questo il prezzo dell’"altissima, purissima, costosissima" cena in alta quota. Una cena durante la quale non puoi nemmeno muoverti (ma come si fa a fare pipì? Si apre una botola sotto la sedia?), inchiodata come non capita neanche a quei noiosissimi raduni gastronomici per comunioni, matrimoni, anniversari e quant’altro.

Non pagherei mai 15.000 euro per stare incollata alla sedia. Manco fossi un politico!

A questo punto, preferisco quella "falsa" di Giulia. Io vado a mangiare da sua nonna. E voi?