La  Lega propone una mozione in Parlamento relativa all’ingresso dei bambini extracomunitari nelle scuole. E ti pareva. Subiranno un test di lingua italiana che li indirizzerà verso classi separate (vero obiettivo ariano del popolino leghista), insieme a un tetto sulla presenza dei bambini stranieri in classe, che non potrà superare una certa soglia. E gli altri che fanno? Vanno a giocare nell’erba? O si mettono invece a fumarla, l’erba, segnati dai precoci schiaffi della discriminazione?

Sarà perchè ogni volta che si toccano i diritti dei bambini mi inferocisco, sarà perchè penso che i Leghisti siano gli ambasciatori ufficiali dell’involuzione umana, sarà perchè non ne posso più di sentir spacciare come operazioni "salvifiche" alcune squallide azioni razziste ultimamente messe in atto (non mi riferisco alle prostitute e alle multe e ai vincoli ora imposti, mi riferisco al resto…), contrabbandate come aiuto per la (dis)integrazione degli immigrati in Italia.

Ora, non dico che la legge e gli atteggiamenti del precedente governo, democratico e di sinistra, siano stati migliori. Anzi, alcuni atteggiamenti certamente hanno peccato di una maggiore ipocrisia: permette alle persone di entrare in Italia salvo poi incazzarsi quando al semaforo ti irritano con il loro panno lavavetri o la sera ti piantonano con in mano la loro rosa esausta, sfinita come loro, richiede comunque una bella faccia tosta. Una faccia come il culo, diciamolo pure. E quanti ne visti, di questi signori "progressisti" che dopo aver inondato la tavolata di amici e colleghi di discorsi filo-immigrazione, di apologie della tolleranza, di demagogie salva-etnie-che-l’Italia-non-è-razzista, di grida scandalizzate contro la paura del "diversi", rivolgersi subito dopo con toni foschi all’indiano di turno che provava a vendere loro un accendino con una sfiga uguale a quella della piccola fiammiferaia.

Insomma, pare che nè a destra né a sinistra si riesca a essere onesti davanti al problema dell’immigrazione. Perchè, come si sa, il problema si fa scomodo quando lo si tocca con la carne, quando ci si sbatte contro fisicamente. Parlarne invece fa sentire tutti migliori. Basta che quel "coso", quell’uomo con la faccia nera o gialla o rossa non si avvicini nella nostra area di discurezza infastidendoci come farebbe una mosca. Bastano i dibattiti, le discussioni, le filosofie. Il nero davanti, a tu per tu, quello no, per favore…Perchè lui, accidenti, rischia di smontare ogni finzione, di qualunque appartenenza politica.

I problemi si dibattono in un certo modo quando sono…lontani. Quando non ci toccano. Quando non disturbano le nostre serate.

Begli ipocriti, tutti quanti.

E intanto restiamo incapaci di sapere cosa fare realmente davanti a un paese che cambia sotti i nostri occhi e come un fuoco d’artificio si accende di tanti colori.

Per tornare al signori leghisti con il loro filantropico "aiuto per l’integrazione", vorrei domandare, a questi geni delle idee eque e umanitarie, perchè non pensano di fare un test di italiano anche ai bambini italiani fra cui molti, diciamocelo, peccano di una certa ignoranza (per non parlare dei grandi, che spesso snocciolano una profusione di errori ed orrori grammaticali e sintattici che chiederebbero un corso immediato).

Perchè i bambini colorati sono sempre diversi da quelli bianchi, da quelli puliti, pettinati, belli, targati "Italia"? Meglio ancora se sono padani, vero bollino Chiquita per la certificazione di qualità.

Il sangue, signori miei, lo abbiamo tutti rosso. Vediamo di ricordarcelo.

Da parte mia, cerco di mantenere un atteggiamento equo che non si arrocca dietro posizioni precotte, di destra o sinistra che sia, cercando ogni volta di vedere cosa sia "giusto" e cosa "sbagliato". L’immigrazione è complessa, difficile. Non basta un’etichetta politica e via.

Ma non voglio che paghino i bambini. Loro, i bambini, sono sacri. E vanno protetti. Tutti. Dico ancora: tutti.

Quanto a certi vittimismi italiani davanti all’immigrato rubalavoro, vorrei dire una cosa: alcuni sono sacrosanti, altri, invece, davvero ridicoli. Un esempio? Io ho fatto tinteggiare la nuova casa da una piccola ditta (un signore e tre-quattro operai) italiana doc. Con tanto di partita Iva. Hanno voluto 3.300 euro. In nero. Come la maggior parte di imbianchini, idraulici, tappezzieri, falegnami e compagnia bella, non hanno voluto fatturare. E io, cogliona, pago le tasse anche per loro, che straguadagnano (suvvia, ma che ci vuole a imbiancare una parete?? giusto perché sono pasticciona e non ho mai tempo…). Ho chiesto se per favore mi davano una mano di vernice bianca anche al tavolino fatto fare dal falegname e gli appiccicavano sopra le piastrelle in cotto (un tavolo da quattro persone, non da quaranta. Un’oretta di lavoro). Quanto hanno preso? Altri 300 euro, belli belli in tasca senza decurtazioni fiscali.

Beh, io non ci sto. Poi si lamentano degli albanesi che rubano il lavoro. Invece sapete che dico? Che io, la prossima volta, chiamo proprio gli operai albanesi. Lavorano in nero esattamente come questi italianissimi signori, ma almeno non ci speculano sopra.

Insomma, l’immigrazione è davvero faccenda delicatissima, piena di tutto e il suo contrario, densa di distinguo e contraddizioni.

Solo che i signori leghisti dicano almeno, tranquillamente, di essere felicemente razzisti. Hitler lo faceva, almeno aveva la faccia tosta di proclamare la superiorità di una razza.

In Padania la superiorità razziale scivola serpentina e carbonara nelle retrovie, è una verità occulta, un sussurro che non deve mostrarsi al sole ufficiale della politica per mantenere un po’ di decenza e far passare certe azioni politiche. Come fa quel famoso sindaco di non ricordo dove…Un coglione, comunque.

Almeno dite le cose come stanno, porca miseria.

Tanto con o senza voi leghisti il famoso sogno di Marthin Luther King per il momento va comunque a farsi fottere.