Sarà che amiamo le cose senza pensare mai fino in fondo ai risvolti meno piacevoli, sarà perchè il fascino irresistibile della carta diventa per noi una malattia, un’ossessione, sin da quando siamo bambini, sarà per la difficoltà di allargare sempre il nostro pensiero. Sarà. Il fatto è, invece, che i libri non fanno solo bene. Fanno anche male. Non a noi, certo. Al pianeta. In fondo, quando leggiamo un giornale, se siamo cittadini coscienziosi buttiamo poi quel giornale nella spazzattura differenziata che, ci auguriamo, viene poi correttamente riciclata,. Ma i libri no. Loro restano lì, imperituri, nelle librerie che passeremo ai nostri figli e nipoti. E, lì, nei nostri scaffali che esibiamo con tanto orgoglio, giacciono intere distese di alberi abbattuti che non saranno più sostituiti.
Certo, direte, ci sono tantissime altre cose che fanno male al pianeta (tutto, in pratica, tranne il nostro respiro), perchè pensare proprio al libro, che fa così bene alle coscienze? Perchè bisogna anche pensare ai lati meno belli delle cose. Di tutte, speci di quelle che consideriamo “sacre”, superiori. Un libro è per sempre, come un diamante. Anche una foresta. O almeno, dovrebbe esserlo.
Curioso: i tanto detestati I pad, Kindle, supporti tecnologici per la lettura digitale, sono orribili, è vero. Ma condensano intere librerie in un rettangolino e, a ben pensarci, in questo senso sono molti più ecologici dei libri.
La carta riciclata ancora è privilegio di pochi, solo uno sparuto gruppo di editori ne fa uso regolarmente.
Il resto, sono foreste che continuano a essere uccise.
Ecco, solo questo. Che nulla tolglie alla bellezza, alla missione, al valore indiscutibile dei nostri libri.
Ma quando li guardiamo, pensiamo anche che sono tutto tranne ecologici.
E se un libro è per sempre, anche una foresta avrebbe il diritto di esserlo. O no?
Parola di indefessa lettrice e cronica amante dei libri