"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo", diceva Gandhi.

 

Invece, noi, spesso pretendiamo di cambiare il mondo senza cambiare noi stessi. Si dovrebbe sempre partire da se stessi, prima. La cosa più difficile. Poi, guardare fuori. Altrimenti, come al solito, si cambia tutto per nulla cambiare. Che lagna. Rimane tutto uguale. Non a caso, il mondo, mai come ora, sembra andare in fiamme. Irrimediabilmente. Io, intanto, ri-comincio da me.

Chissà perchè, ci ostiniamo a cambiare "il fuori" senza capire che è uno specchio del "dentro". Più facile, giù. Ma non funziona. E a volte rasenta il ridicolo. Sono andata a dare un'occhiata alla veglia per la pace di papa Francesco, due settimane fa. Ero tornata a Roma in tempo, abito a due passi. E allora perché no? Mi piace, questo papa. Mi sta simpatico. ha coraggio, osa. Parla, ma FA.

Dunque eccomi lì, alle sette, seduta, in un clima certamente suggestivo, in mezzo a persone di ogni età, razza, sesso (non posso dire anche "religione", ma, a onor del vero, c'erano anche diversi musulmani).

Tutti con l'aria beata, buona (buonista?), commossa in attesa del pontefice. Devo andare al bagno. Mi scappa la pipì. E mi trovo così in mezzo...alla guerra. Già, appena girato il colonnato, nell'area della toilette si consumava, nel frattempo, la rissa per il posto, la fila, il fare prima o dopo...

Un esempio maginifico, eloquente.

"Vedrà che poi è anche peggio", mi dice la donna delle pulizie che, con piglio nazista, gestisce le ribelli e mantiene l'ordine prima che la toilette diventi una prima linea di fuoco.

Occhiatacce, insulti. le facce buone ora, dietro le colonne, all'ombra dello sguardo papale, sono cattive. Egoiste.

Mi viene da sorridere. Eccolo qua, l'uomo che prega per la pace in Siria e vorrebbe pestare il vicino per fare la pipì prima di lui.

Non c'è male.

Proprio qui giace la triste contraddizione dell'uomo.

Prima, fai la pace intorno a te e dentro di te,

Poi, poi pensi al mondo.

Alttimenti, che cambia?

Non cambia nulla.

E' come nei condomini, in cui perfino una decina di persone soltanto riesce a sbranarsi per quel "bene comune" che tanto comune non è.

E poi, magari, oplà, ecco che queste persone vestono i panni delle crocerossine, degli attivisti che marciano ad Assisi, dei religiosi che pregano insieme al Papa.

Ho visto persone che vantano beneficenze e medaglie "d'onore al merito" far crepare di freddo una vecchietta per non voler accendere il riscaldamento condominiale con una settimana di anticipo (poi, sono sempre i più ricchi a essere i più stronzi, mi spiace dirlo)
.

Insomma, cambiamo, cambiamo, ma cambiamo da noi e dal nostro ambiente più prossimo.

Cerchiamo di essere noi quel cambiamento che vorremmo nel mondo.

Costa fatica? Accidenti. Tanta!