Buona Domenica ai deficienti.

Finita l’era agghiacciante delle domeniche di Costanzo, vero e proprio tormentone di banalità che, a confronto,  facevano sembrare il Bagaglino un raduno di intellettuali e filosofi, arriva l’agguerrita Perego che non ci fa certo rimpiangere la pensione pomeridiana del suo predecessore domenicale.

Solite sculettate durante i balletti (ma che bei deretani esibisce sempre la nostra bella Domenica pomeriggio), duetto con quel  provolone di Bettarini con cui la Perego intrattiene un reality mini-show con candidate dementi in cerca di accoppiamento (mediatico e non) con l’ex calciatore prestato al video, solito intrattenimento a pizza e fichi.

Fin qui, passa.

 

Non contenta, però, la Perego vuole anche emulare un po’ la zarina, Maria De Filippi, portando nel circo domenicale anche un gruppetto di adolescenti che dibattono su vari temi. Insomma, Amici di pomeriggio.

E passi anche questo.

 

Domenica scorsa, però, si supera ogni limite della decenza.

La Perego, alle prese con le sue velleità da giornalista ( se la tira da matti), convoca la madre di Jennifer Zacconi , la ragazza incinta di nove mesi sepolta viva, sei mesi fa, da Niero,  padre del bambino che aspettava. 

Lui per non avere fastidi e turbare l’armonia della sua famigliola (è sposato con figli) la massacra di botte in un campetto e poi la sotterra viva.

Un episodio di cronaca che ha interrotto lo stupido stress della nostra giornata.

Un episodio reso ancora più duro dalla pubblicazione, su un quotidiano, della foto del bimbo mai nato e già morto che la nonna, orfana di figlia e nipote nel giro di una mezz’ora,  aveva fatto vestire con uno di quegli abitini che si mettono ai neonati. Cuffietta bianca, camicia.

Una scelta che ha scatenato dibattiti per la crudezza del gesto, dettato però anche dall’intenzione di mostrare a tutti gli effetti come quel bambino fosse già “vivo”, reale, e non solo un feto.

Non aveva autonomia giuridica ma tuttavia, tuttavia era già autonomo dal punto di vista dell’esistenza. Aveva scavalcato il confine tra il nulla ineffabile e i giardini della vita.

Per questo la madre di Jennifer ha pubblicato le foto, e ora si batte per una doppia condanna di Niero. Due omicidi, non uno.

 

Insomma, una faccenda complessa, delicatissima, che ci schiaffa davanti alle nostre convizioni (un bambino non nato è un bambino o solo un feto?), che magari costringe a interrogarci sulla solidità di  alcune posizioni (siamo davvero capaci di assolvere? o ci sentiamo vicini, magari anche solo per un istante, per la durata di uno scatto dell’istinto, della nostra più fragile umanità,  a questa donna che afferma il suo limite dichiarando che non ce la fa a perdonare, che vorrebbe tanto la pena di morte per chi ha interrotto sua figlia).

E ci turba, ci commuove. Ci obbliga a riflettere.

 

Bene, un argomento così delicato, pieno di domande, di punti interrogativi dalla risposte difficili, viene affrontato nel circo della Perego insieme ai suoi giovani Holden.

La madre di Jennifer rievoca l’omicidio in mezzo alla platea di adolescenti “tutti brufoli e ciccia” che si improvvisano opinionisti e che devono, poverini, dire cose intelligenti affrontando in dieci minuti (questi i tempi televisivi concessi al dibattito) la morte di Jennifer e le sue conseguenze, giuridiche  e non.

 

La Perego incalza, modera, zittisce e sprona alla domanda, con la stessa lucida  fibrillazione  di Emilio Fede quando si metteva in contatto con la sua leggendaria Silvia Brasca nei concitati giorni della Guerra del Golfo.

C’è anche Vera Slepoj, psicologa mediatica riesumata per l’occasione (era un po’ non si vedeva sul tubo catodico) che tenta di parlare dell’idealizzazione amorosa ma che viene subito zittita dalla Perego che insiste nel valzer delle banalità offerto da lei e dai suoi ragazzi.

Si dà arie da grande cronista mentre in realtà abbatte il già scarso livello delle nostre quote rosa nella televisione (e non è che quelle azzurre eccellano…)

 

In mezzo a tanto fracasso, la madre di Jennifer mi sembra un’altra vittima. Vittima dello starnazzare della televisione, vittima dei meccanismi spietati di uno spettacolo che fa della morte un pretesto per fingere impegno. Per fingere discussione.

Si butta di tutto in tv, oggi, e una ragazza sepolta viva si alterna, nei pomeriggi domenicali, alle discoteche o al diritto di far tardi la sera (la Perego affronta con la sua banda le tematiche giovanili).

Intorno alla madre di Jennifer si parla, si parla veloci, ci si azzuffa nei tempi stringati concessi, mentre il volto tristissimo di questa donna, quasi imbarazzato da tanto frastuono, continua a raccontare di un dolore sfiancante.

Ma come si fa a non provare imbarazzo davanti a tanta idiozia?

Come si fa a liquidare una storia così in dieci minuti?

Con un dibattito demenziale della durata di un nanosecondo tenuto da ragazzetti in cerca di un momento di gloria, pilotati da una cronista della superficialità e del pettegolezzo?

 

Insomma, mi pare che Jennifer muoia di nuovo ogni volta che se ne fa un uso squallido, strumentale. Ci sono altre trasmissioni, semmai, per farla rivivere nella memoria.

Il nuovo programma di canale 5  tenta perfino, come in questo caso, di risollevare i tassi impegnati delle domeniche pomeriggio che, a quanto pare, invece sono destinate a proseguire all’insegna della demenza. In realtà, fa solo audience.

Meglio il sano culo delle ballerine, più “onesto”.

Perego, Buona Domenica ai deficienti….