L’amicizia è una cosa seria. Non ama essere messa accanto ai nostri vestiti nell’armadio, per essere tirata fuori quando serve, all’occorrenza. Non le piacciono le situazioni di circostanza, come i complimenti o le condoglianze dovute ma non sentite. Ama mettersi comoda, in pantofole o anche senza, che è pure meglio.
Niente convenevoli, belletti, lusinghe. Quelli vanno bene per il bridge delle anziane signore perbene.
Non è perbene, l’amicizia. Smonta un’idea per farti vedere la realtà che ti stai negando, ti acciuffa per i capelli con violenza prima che tu ti butti nel burrone che tu pensi candito, o magari ti segue passo passo, non interviene ma di sicuro non tace neanche. Può essere perfino aggressiva. Di certo è scomoda.
E poi è spettinata, non si fa la messa in piega.
Non guarda neanche l’ora: quando chi ama ha bisogno, ha bisogno. Si alza e corre.
Non trattarla mai come una stupida damina di compagnia: vuol dire che non hai capito niente.
Se vuoi compagnia, prenditi un cane. Oppure iscriviti a un gruppo sociale su Facebook.
Uscire insieme è facile. Meno facile, invece, stare a casa, malgrado ogni impegno, e rimanere due ore al telefono con la voce come un phon, ad alitare un vento caldo sulle lacrime dell’amico che sta soffrendo.
Un po’ come hanno fatto il bue e l’asinello con Gesù quando era piccino.
In fondo sì, l’amicizia è un termosifone, anche se sa gelarti con la sua franchezza.
Il tradimento si perdona a una passione, ma non a un’amicizia.
L’etica, l’onestà, la libertà sono virtù che lei apprezza molto. Anche la libertà di non esserci, quando è necessario. Ma non sopporta l’egoismo. Come non ama sentirsi usata.
Lei è fatta per amare ed essere amata. Non viene dopo mariti, mogli e famiglie. Gli sta accanto, e a volte li guarda passare nella corrente del tempo. Lei resta.
Sempre che non decida, delusa, di fuggire via, e buttare anche te in quella corrente.