Francesca Pacini
Leggere e scrivere fanno bene alla salute. E non hanno effetti collaterali.

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DISEGNI

 

 

Quando pronuncio la parola Futuro,

la prima sillaba già va nel passato.

Quando pronuncio la parola Silenzio,

lo distruggo.

Quando pronuncio la parola Niente,

creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.

(Wislawa Szymborska, Le tre parole più strane).

 

Io penso sempre che nulla accada a caso. Faccio parte di quelle persone che credono in un disegno che ci collega, un disegno nel quale ci muoviamo, ignari dei fili che noi stessi tessiamo.

Una rete cosmica, in cui oguno si muove spostando, con la sua azione, altri destini. Collegandosi e scollegandosi ad altri disegni.

"Sono una matita nelle mani di Dio", diceva Teresa di Calcutta.

Io non ho l’ho mai amata in modo particolare, Madre Teresa, ma quando ascoltai questa frase rimasi colpita dalla convinzione e dal senso di resa che trasferiva.

Sì, siamo matite e siamo colori. Pennelli. Carboncini.  Schemi prospettici. Figure geometriche. Schizzi. Figure astratte. Squarci di terre. Pezzi di cielo. Il cielo intero.

Siamo tasselli di un magnifico puzzle.

Ne ignoriamo il senso più profondo anche se a volte, per un istante, ci semnra di capire qualcosa.

Qualche giorno fa un nuovo amico mi ha regalato un libro. Attimo, di Wislawa Szymborska.

La mia poetessa preferita. La donna che con il suo libro "Gente sul ponte" veglia sulle mie giornate. Ho un rapporto particolare, con quella raccolta di poesie. Devo averla sempre a portata di mano. Se non la trovo, magari dispersa nel suk della mia libreria (ma, diciamo la verità, anche tutto il resto della casa somiglia a un bazar labirintico), mi sento strana, a disagio. Come se mancasse una parte di me.

Ho postato sue poesie, in passato, nel blog. Qui e qui.

Vi consiglio di avvicinarla, di conoscerla, vi consiglio di diventare suoi amici e abbandonarvi, con  lei, a chiacchiere confidenziali, con quel piacere intimo riservato a pochi.

Ecco, il libro mi è stato regalato da una persona che mi conosceva a malapena, come possono conoscersi due rondini che si incrociano nel volo libero di primavera.

Ma era perfetto. Semplicemente.

Un nuovo volume della mia poetessa.

Nulla accade a caso. Il mondo è fatto di disegni. E di specchi.

Ho visto un pezzettino del disegno colorarsi e brillare.