Non capisco, e continuerò a non capire, la maleducazione in rete.

Ultimamente, in questo blog, compare puntualmente un Anonimo che usa toni raffinati, di gran classe (come "non hai capito, coglione") per attaccare i commenti di altri utenti.

Ora, succede anche negli altri blog. A un certo punto, come un funghetto velenoso, spunta qualcuno che comincia a usare modi bellicosi che sfociano volentieri nell’aggressione gratuita.

Non so, ma ho sempre pensato che la stizza estrema nasconda gravi problemi.

Specie se non si ha il coraggio di firmare (va bene usare l’anonimato qualche volta, nessun problema, capita anche a me, ma quando si aggredisce ripetutamente qualcuno è anche il caso di mostrare almeno un nome, una sigla). Mi spiego: è facile attaccare. Ancora più facile, farlo sputando veleno.

La domanda è: perché?

Perché i blog devono per forza diventare un’arena? Non ne abbiamo già abbastanza, tutti i giorni, tutto il santo giorno?

Ci vuole più forza, e più intelligenza, nell’argomentare in modo pacato, stimolando riflessioni. I modi splatter sono…adolescenziali. E, non so, hanno un retrogusto politico, che ha il sapore di quelle politiche barricadere che vietano ogni forma di dialogo.

Purtroppo la rete è anche questo. Un luogo di aggressioni gratuite.

Pazienza. Speriamo che, dopo l’ondata di caldo che stuzzica le adrenaline, si torni a modi più pacati.

Perché è così bello discutere, insieme, di tutto. Non c’è nessun bisogno di scatenarsi addosso l’un l’altro in modo epilettico e soprattutto volgare.

Sa tanto di…ideologia.

Peccato, tu ci tieni alla tua piccola casa in rete, e poi arriva qualcuno e comincia a sporcare il pavimento di fango. Pazienza, è la libertà del web.

Ma a noi, a noi tutti, la libertà di intristirci per queste manifestazioni mediocri.

E di pulire i nostri pavimenti…