Visita anche: Editoria e Scrittura | La stanza di Virginia | Silmarillon | Stylos | La mia Istanbul
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L'ultimo editoriale che ho pubblicato tratta di un problema serio in una Italia che non lavora quasi più.
I sogni sono ancora possibili.
Ma sono sempre più faticosi. Ecco il link:
Quando eravamo piccoli, immaginavamo il mondo dei libri come un mondo popolato da persone aperte, tolleranti, con un cervello gigante, spazioso come le praterie degli indiani d'America.
Editori, scrittori, redattori...
Un mondo di gente colta, di gente che sa spaziare oltre i suoi confini.
Io poi sono cresciuta, e in quel mondo ho iniziato a lavorarci.
E ho capito che il mio era solo un sogno.
Perché i libri vivono solo nella testa, in questo mondo. Non vivono nel cuore.
E, senza aprire le pagine sul cuore, un libro rimane solo "lettera morta". Buona per fare "ammasso di cultura", per fomentare l'egopatia, il narcisismo.
Per far finta di essere in "missione" divina. Quei libri, sulla testa, non servono in realtà a nulla.
Devono scendere, diventare "umani", sporcarsi di sentimenti condivisi sul serio, condivisi con uno scopo sociale.
La "bella letteratura" aiuta le nostre giornate, alimenta il nostro intelletto, ma non migliora di certo il mondo.
E siamo arrivati un un momento critico, decisivo per il futuro dell'umanità.
Se non tiriamo giù i libri dal cuore, se non li mettiamo in mezzo al mondo, fra la gente, usandoli come un'arma di pace, non servirà a nulla essere buoni editorii, buoni lettori, buoni scrittori.
Se non si legge molto, in questo paese, forse la colpa non è solo del ventennio berlusconiano, della televisione, delle tecnologie...
Forse la colpa è anche nostra, è anche di quegli operatori del settore che si accontentano di un "cenacolo per pochi eletti" (anzi, di un "cenacolo per pochi letti").
La frattura tra il libro e la società sta anche nella testa. E si salda solo passando attraverso il cuore.
Cari uomini.
Mi sa che se continuate così rimarrete tutti orfani. Io ho contribuito a fare casino sulle già cervellotiche Scritture: mannaggia a me, sono stato troppo loquace e forse era meglio non predicare per non confondervi ulteriormente. Cattolici evangelisti testimoni di Geova (ma sarebbe più opportuno testimoniare Genova, con il G8 e quel che è successo) protestanti protestati etc... Più che la Terra promessa, c'è la Terra Presunta, New York non è più la Grande Mela ma la Grande Pera, piena di tossine all'antrace. Chi in Chiesa beve il Vino e chi se tocca l'alcol è impuro. Manco su una san(t)a bevuta si va d'accordo. Tutti contro tutti in una bagarre mondiale. Abbiamo discusso tutti e tre, io Buddha e Maometto intorno alle nostre birre, ci sentivamo un po' in colpa. Poi però ci siamo ripresi: non è colpa nostra, è colpa vostra.
Abbiamo confuso le acque apposta per farvi capire meglio che siete della stessa pasta e invece voi... Ma insomma, come cazzo vi viene in mente, fratelli, di fare nuove guerre in nostro nome? Ma ancora non avete capito che qui c'è una sola eternità? Che siamo uno ma tanti, esattamente come voi? Dopo la morte, quando bussate alle porte del cielo discutendo con gli altri, in fila in sala d'attesa, ancora vi accapigliate sulla scommessa di fede che avete fatto sulla terra, e ci dispiace tanto accogliervi uno per volta con uno scherzetto che, per dirla con Gurdjeff, deve provocarvi quello "shock addizionale" per scuotervi e farvi finalmente intuire la Verità. Ma dobbiamo farlo visto che siete ancora piuttosto storditi laggiù. Così siamo costretti a presentarci di fronte al trapassato che pensa di aver scelto la fede "vera", e con le vesti "sbagliate" e il dito puntato lo rimproveriamo. L'altro giorno ad esempio sono apparso a un buddhista appena defunto che gongolava dopo una discussione con un protestante, pensando di aver svoltato.
Ebbene mi sono presentato e gli ho detto: "Ah sì, eh? Pensavi davvero di trovare il tuo bel Nirvana con il codazzo di bodhisattva e i fiori di loto? E invece sei stato fregato! Qui ci sono io con i miei santi e i miei angeli. Spiacente, amico, hai perso al Lotto del Paradiso, hai giocato la fede sbagliata". Quello si mette a piangere aspettando di cuocere nelle fiamme del peccato, poi appariamo tutti insieme, io, Buddha, Dio (il mio "babbino") e lo Spirito Santo, e ancora Shiva, Ganesh, Allah e Maometto, la Madonna e la signora Kalì, gli spiriti guida degli sciamani e i guardiani dei tibetani... insomma, un mucchio di gente. E in coro diciamo: Resta di stucco, è un Barbatrucco!, ma poi, prima del vostro collasso, ci fondiamo in una sola luce, che poi è anche la vostra. Sempre che abbiate pagato la bolletta... Scusate, ma anche a noi piace scherzare. Comunque siamo dotati di un pronto soccorso per quelli che cadono in stato catatonico perché non reggono la notizia. È che siete così ridicoli, fratellini, pregate con libretti diversi, differenti liturgie, ingabbiati in quella Babele di invocazioni che serve solo a farvi capire di andare oltre. E oltre voi ci andate, ma in direzione del baratro.
Ma insomma pensate davvero che ci sia una gara per gli appalti in paradiso determinata dalla "giusta" fede? Dalla cultura eletta a guidare l'uomo in paradiso? Ma mica siamo razzisti, quassù, non c'è un Occidente o un Oriente più evoluto, ci siete solo voi con le vostre immondizie dettate dal vostro gusto per la supremazia. E dire che vi abbiamo sempre mandato molti messaggi, adattati secondo i vostri tempi e le vostre culture, ma non avete capito una minchia. E ora fate una nuova guerra in nome di un nome che ha un solo nome. E forse, ora che ci penso, non c'è neanche un nome quassù. C'è, punto. Ci avete davvero stufato. Ve lo dico, ve lo diciamo, quando venite quassù convinti del vostro relativismo assoluto, ci siamo noi ad accogliervi e... voilà: Resta di stucco, è un Barbatrucco!
Ogni persona ci fa da specchio. Cosa rispecchia? La moltitudine che ci abita dentro. Alcuni specchi tirano fuori le nostre parti più ispirate, nobili, coraggiose e creative. Altre, invece, specchiano i nostri limiti e le nostre ombre. Se e' vero che per essere completi abbiamo bisogno di tutti gli specchi, e' anche vero che dobbiamo cercare chi amplifica le piccole luci che ci brillano dentro. Chissà perché, allora, molti di noi rimangono attaccati a quelle persone che ci rimandano l'eco di un vizio, un difetto, una nociva ostinazione. La libertà da uno schema fisso e familiare vuol dire cercare di rompere prima di tutto i vincoli interni per cercare, oltre agli specchi 'sani' quel mare bianco in cui ci guardiamo mentre l'anima osserva se stessa. Narciso e' affogato dietro di noi, e non lo salveremo.
Stamattina, mentre nuotavo, ho visto una coccinella in acqua. Si dibatteva, stava affogando. Così ho deciso di salvarla e portarla a riva. Ma camminava veloce sulle mie mani che l'avevano raccolta, allora l'ho messa nel palmo destro e ho chiuso un po' il pugno per non farla fuggire. Quando sono arrivata a riva e ho aperto la mano per deporla all'asciutto, ho scoperto che era morta. E ho pensato al messaggio che mi è arrivato: a volte noi uomini per "proteggere", salvare, stringiamo troppo forte...e uccidiamo. L'amore è rischio e libertà, con tutto ciò che comporta. Sempre. Ho anche pensato a come, a volte, gli uomini discettano e si accapigliano su scuole, dogmi e filosofie, mentre l'esistenza scorre, con semplicità, mandandoci sempre e comunque un segno. Ciao, coccinella.