Visita anche: Editoria e Scrittura  |  La stanza di Virginia  |  Silmarillon  |  Stylos  |  La mia Istanbul

  • Home
  • Chi sono
  • I miei video
  • Contatti
Francesca Pacini
Leggere e scrivere fanno bene alla salute. E non hanno effetti collaterali.
  • Sei qui:  
  • Home

Cerca

0

La mia Istanbul

Viaggio di una donna occidentale attraverso la Porta d'Oriente

 

> Leggi il primo capitolo     

> Ordina

 

 

Categorie

  • Società

  • Trash TV

  • Giornalismo e giornalisti

  • In versi

  • Silmarillon

  • Mulini di Amleto

  • Manifesto

  • Segni di in-civiltà

  • Le cronache del Mulino

  • Idiosincrasie

  • Generale

  • Diario di bordo

  • Stanza di Virginia

  • Cronache e costumi

  • Riflessioni

  • Linguaggi e scritture

  • Scrittura

LUSSI MODERNI: IL TEMPO

Dettagli
Pubblicato: 03 Febbraio 2011

So che prima scrivevo molto di più, in questo spazio. E ogni giorno mi riprometto di riprendere l’antica passo, quello che mi faceva scrivere uno due post a settimana.
Mi manca, la mia casa virtuale. Mi mancano gli amici del blog.
E spero di riuscire a mantenerla, questa promessa.
E’ che corro, corro una matta lavorando in due città, divisa fra tre scrivanie e sei computer. Una schizofrenia che pago, ovviamente, anche se adoro il lavoro creativo che faccio.
E mi rendo conto che oggi, oggi il vero lusso è il tempo. Quel tempo che rincorriamo, disperati. Quel tempo che manca sempre, che ci fa fare mille cose, sfiniti, per poi ritrovarci quasi a non aver vissuto.
La nostra è una società furba, molto furba: ci ha convinto che è fico correre, è fico essere multitasking e fare più cose insieme.
E invece no, siamo solo coglioni.
Già. Poveri idioti abbindolati dalle luci di Maya.
Correre ti fa perdere le cose, non te le fa gustare, assaporare. Sei sempre in ritardo rispetto a un programma, sempre preso. E quell’adrenalina, ti fanno credere, è una cosa davvero “in”. Invece sei solo un nevrotico imbottito di ansia “multifare”. e Corri, corri senz apiù il tempo. Il tempo per te.
Andare veloci non è fico. E’ tristissimo. Non si assimila nulla, non si assapora ciò che si fa.
Anche il lavoro va in qualche modo gustato, altrimenti come fa a nobilitare l’uomo?
Ci sentiamo nobili e invece siamo solo sfigati, oggi.
Me ne rendo conto. E la sera, ogni sera, quando tolto le scarpe e mi appoggio sfinita sul divano, penso alle cose che NON ho fatto. Le cose piccole, quelle del cuore. Quelle che resteranno al di là delle glorie professionali che, come sabbia al vento, ti scivolano via, sempre.
Il lusso, oggi, è il tempo. Quel tempo che la società moderna ci ha sottratto, lo ha rubato ai nostri affetti, alle nostre abitudini lente, alle nostre ricerche e ai nostri interessi.
Ecco, spero di farcela, a recuperare questa pregiata lentezza. E a scrivere di più anche qui, in questo posto che amo e che negli anni ha seguito le mie alterne vicende, le riflessioni che ho accumulato, gli amici che qui ho incontrato.
Dovremmo rallentare tutti, anche se “fuori” continuano a chiedere, a pretendere, a fare fare fare.
Essere, essere è così bello. Accidenti, quanto è bello.

Consiglio

Dettagli
Pubblicato: 22 Gennaio 2011

Che faccio, chiamo l'esorcista?

Distruggere

Dettagli
Pubblicato: 13 Gennaio 2011

Ci vuole una vita intera a costruire qualcosa, e un istante a distruggerla. Non smetto mai di pensare a questo concetto.
Si vede ovunque, in natura e nelle costruzioni artificiali.
Ed è vero. Terribilmente vero.
La costruzione comporta fatica, tensione verso, sudore.
La ditruzione è il gesto – magari incurante, o inconapevole, di un istante.
E quell'istante tutto scivola via, come fumo nel cielo.
Ma non importa, bisogna continuare a costuire, a provarci. Senza arrendersi.

IPOCRISIE NATALIZIE

Dettagli
Pubblicato: 30 Dicembre 2010

 

Bip. hai un messaggio sul tuo cellulare.

“Tanti auguri!! Maria”
“Ciao Maria che piacere sentirti! Ci vediamo presto? E’ una vita che non facciamo una cenetta insieme”
Silenzio.

“Oi auguroniiii!”
“Ciao Letizia, anche a te! Piuttosto vediamoci no? Sarebbe bello!”
Silenzio

“Un sentito augurio da Carolina e famiglia”
“Carolina auguri. Mi mancano le nostre serate. facciamo qualcosa per vederci dal vivo?”
Silenzio

“Felice natale e anno nuovo, di cuore”
“Marco! Come stai?”
Silenzio.

nda: i nomi di fantasia proteggono l’anonimato degli “auguranti”

Una delle cose che detesto di più, nel periodo festivo, sono i cosiddetti “auguri”. La metà di questi (a essere generosi) sono dettati da manierismi d’epoca (in cui l’epoca sono, appunto, le festività) che nascono e muoiono nello spazio di un messaggino infilato lì, fra un regalo e una cena, per sentirsi “a posto”.

I più “ficaccioni” non usano il famoso invio a più destinatari ma personalizzano l’augurio mettendoci il tuo nome. Fantastico. Peccato però che rimanga il vuoto formale, la banalità di una forma priva di  contenuto.
Magari sarebbe meglio piantarla con questo valzer che intasa cellulari e email.
Personalmente, preferisco le cose “vere”.
Lo sa bene chi mi ha letto nelle mie malinconie sulle identità virtuali dei blog o di certe facilonerie chattatorie di facebook, in cui gente che ti scrive regolarmente e sbandiera una magnifica disinvoltura e confidenza…quando ti incontra ti saluta a malapena.
Bah.
Gli auguri formali rientrano un po’ in quest’area, ne rappresentano i parenti stretti.
E se la smettessimo di far finta e fossimo come siamo davvero?
Faccio gli auguri a una persona ma poi me ne frego per tutto l’anno: ha davvero senso?? Forse è talmente occulto da richiamare intuiti sublimi, estranei al mio.
Non so, a me le forme senza sostanza hanno sempre dato fastidio. Oggi, poi, le tecnologie ne aiutano l’invasione. Basta un click e parte un augurio. Bip. Bip. Biiip.

Ma accadono anche cose speciali. Ho  ricevuto una cartolina vecchia maniera dalla mia amica Manuela, che vive a Milano e che purtroppo vedo raramente, come accade quando due vite prendono strade fra loro molto lontane che però non cancellano un affetto autentico, sottratto alle geografie del tempo e dello spazio. Bene, Manuela ha scritto a penna, di suo pugno, un delizioso messaggino davvero sincero, e ha incollato una foto della sua bambina nella cartolina di auguri. Pii è uscita di casa, ha comprato un francobollo e l’ha spedita usando la vecchia posta. Niente email, sms, mms, facebook e cugini.
Mi sono commossa. Ecco, in questo caso, allora, gli auguri diventano un modo per “esserci” davvero, fioriscono dal cuore, hanno un senso e una ragione.Tutto il resto – scusate -….è noia.

IL PROFUMO DEL LIMONE

Dettagli
Pubblicato: 28 Dicembre 2010

Pensavo, oggi, a un limone. A un limone specifico, che annusai, qualche anno fa, nella cucina della mia vecchia casa. Quel limone lì, e nessun altro. Aveva il profumo più buono che abbia mia sentito in un limone, la fragranza agrumata ineffabile, la quintessenza della “limonitudine”, direi.
Ma lui non era un limone speciale. Ero io, a essere diversa. Già, perchè “c’ero”. Ero lì, e non altrove. Completamente immersa in quel profumo. Così penetrante e allo stesso tempo sottile, delicato e forte al contempo.
Quel momento si è impresso nella mia memoria per la sua forza, per la sua singolare “presenza”. Da allora ho annusato molti altri limoni, eppure nessuno, nessuno di loro è mai stato paragonabile a quello. Quello era “il” limone. Nel senso che in quel momento avevo colto, per ventura, un istante sottile in cui la realtà vive per quello che è, semplicemente, senza nulla aggiungere o nulla togliere. Le volte successive, alla ricerca di quel momento, ho proiettato l’attesa sul limone, ne ho enfatizzato volutamente l’aroma, insomma ho bluffato, come sempre, o quasi, facciamo nella vita.
E allora non mi resta che ricordare, con dolce malinconia, l’essenza di quell’istante.
La vita è una successione di attimi magici, come quello. Ma non riusciamo a esserci.
Per me quel limone è diventato un po’ come la madeleine: quando ci penso, la memoria apre le porte di uno spazio in cui il tempo si fa vertigine, e suona una partitura dell’anima. E’ diverso da quell’istante, dal momento “del limone”, da quando ero completamente calata nella Realtà, ma è fatto della sua stessa sostanza.
Siamo fatti di piccole cose, per tornare al post precedente. Quando le viviamo è meraviglioso. E, ancora più bello anche se malinconico, è non poterci tornare con la memoria, che apre altri spazi e altre porte. Ma l’istante, l’istante “vero”, non si ripeterà mai. Per fortuna.

Pagina 10 di 95

  • Inizio
  • Indietro
  • 5
  • 6
  • 7
  • 8
  • 9
  • 10
  • 11
  • 12
  • 13
  • 14
  • Avanti
  • Fine
Copyright © 2021 Francesca Pacini | Blog
Designed by:  AS DESIGNING